CONOSCERE IL MOSCATO E PASSITO DI PANTELLERIA DOC

TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SUL MOSCATO DI PANTELLERIA DOC
INTRODUZIONE
Oggi vi parlerò di un vitigno che è un vero e proprio patrimonio e più precisamente un Patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco; e vi dirò di più: la coltivazione della vite ad alberello Pantesca è la PRIMA pratica agricola riconosciuta patrimonio dell’Unesco ed è stata votata all’unanimità dalla commissione riunita a Parigi.
L’Unesco ha riconosciuto come questa particolare tipo di coltivazione, oltre a svolgere una significativa funzione economica essendo le uve ricavate da questi vigneti materia prima per la vinificazione del pregiato Zibibbo di Pantelleria, assolva anche importanti risvolti di tipo sociologico, in quanto elemento fortemente identitario e che, quindi, rappresenta la cultura e la storia degli isolani.
Questo vino è prodotto da tempo immemorabile nell’isola di Pantelleria dalla varietà di uva Zibibbo e vanta una storia costellata di importanti riconoscimenti, oltre a quello, già citato, dell’ Unesco.
Per citarne alcuni: nel lontano 1900 fu premiato all’Expo di Parigi; qualche decennio dopo, nel 1936, fu inserito tra i vini tipici italiani per il suo “aroma delicato e fine e per il suo sapore vellutato, dolce, carezzevole, generoso”, per arrivare al 1971 quando, terzo tra i vini siciliani, ottenne la Doc.
La sua eccelsa qualità, frutto della sua unicità, ha alimentato nel tempo curiose leggende, come quella della dea Tanit che si finse coppiera degli dei e sostituì all’ambrosia, bevanda abituale dell’Olimpo, il mosto delle vigne Pantesche, riuscendo a conquistare Apollo di cui era invaghita.
Due premesse prima di parlare di passito e moscato di Pantelleria:
- sono stati gli Arabi durante il loro dominio, durato ininterrottamente alcuni secoli ad importare a Pantelleria il Moscato D’Alessandria, più comunemente chiamato “Zibibbo”. Da qui si è sviluppata a Pantelleria la viticoltura, ed è iniziata la produzione di uva passa e la produzione di vino.
- si puo' generare confusione tra le diciture “passito” e “moscato passito” di cui il disciplinare ne evidenzia le differenze e che noi andiamo a spiegare.
"Moscato di Pantelleria"
colore: giallo tendente all'ambra;
sapore: dolce, aromatico di moscato;
profumo: caratteristico, fragrante, di moscato;
titolo alcolometrico volumetrico totale minimo: 15% di cui almeno l'11% svolto; acidità totale minima: 4 g/l; acidità volatile massima: 1,4 g/l; estratto secco netto minimo: 26 g/l.
"Passito di Pantelleria"
colore: giallo dorato, talvolta tendente all'ambra;
sapore: dolce, aromatico, gradevole;
profumo: fragrante, caratteristico di moscato;
titolo alcolometrico volumetrico totale minimo: 20% di cui almeno il 14% svolto; acidità totale minima: 4 g/l; acidità volatile massima: 1,6 g/l; estratto secco netto minimo: 32 g/l. p>
Da queste uve, quindi, si ottengono diverse tipologie di vino Bianco:
Moscato, Moscato Dorato, Moscato Liquoroso, Moscato Spumante, Passito, Passito liquoroso e Zibibbo Dolce.
Per maggiore chiarezza vi allego il link dove si può consultare il disciplinare:
http://catalogoviti.politicheagricole.it/scheda_denom.php?t=dsc&q=2224
CARATTERISTICHE
L’ uva ZIBIBBO, dalla quale si ricava il moscato e il passito, viene raccolta rigorosamente a mano e viene poi vendemmiata a metà agosto.
Il Moscato di Pantelleria (o d’Alessandria ) è molto semplice da produrre poichè si ottiene da un mosto di uve fresche Zibibbo in purezza, ha un colore giallo paglierino che tende all’ambrato e ha un profumo fragrante ed inconfondibile.
Diverso è il discorso per quanto riguarda il Passito di Pantelleria che, invece, è soggetto ad una procedura più lunga e complicata.
Le uve più precoci sono quelle più adatte per l’appassimento, in modo tale da sfruttare le alte temperature estive.
I grappoli raccolti vengono posti, in una prima fase, in cassette di legno e poi posti ad essiccare negli stenditoi, luoghi soleggiati e ben areati, e girati più volte al fine di ottenere un appassimento omogeneo.
Questa fase dura da 1 a 4 settimane. In base al tempo di essiccazione il peso dell’uva, per effetto del caldo e del vento, si riduce fino al 75%, mentre la concentrazione zuccherina varia dal 25 al 55%.
La torchiatura può avvenire esclusivamente dopo le circa otto settimane di appassimento. Di solito si sfruttano tre periodi per fine Dicembre, Febbraio o al massimo si attende fino alla settimana Santa.
L’uva passa viene immersa a macerare nel mostro fresco in fermentazione: prodotto di una seconda vendemmia.
L’acino secco cosi si reidrata a contatto col mosto e cede tutti gli zuccheri. La fermentazione si arresta dopo circa un mese, portando la temperatura a 4-5° C.
L’affinamento dopo la torchiatura dura per 15/18 mesi e poi si prolunga in bottiglia per altri 6 mesi prima di essere posto al consumo.
A questo punto non rimane che darvi qualche piccolo suggerimento per godervi appieno il vostro Moscato o il vostro Passito di Pantelleria:
Il Moscato di Pantelleria è un vino dolce particolarmente aromatico e deve le sue peculiarità all’alta concentrazione di terpeni.
Questo vino va preferibilmente servito ad una temperatura che oscilla tra i 10 e i 12 gradi centigradi, in bicchieri di media ampiezza e si presta a sposare in perfetta armonia selezioni di formaggi anche speziati, fois gras, gelato (soprattutto quello al pistacchio e alla ricotta tipici della zona), cassate e cannoli siciliani, dolci e paste alla mandorla.
Il Passito di Pantelleria, invece, è un vino dal colore ambrato prodotto sull’isola siciliana sempre con varietà di uve Zibibbo; ha un gusto dolce e un aroma delicato. Per ottenere il giusto carico zuccherino i grappoli vengono raccolti tardivamente e lasciati asciugare su antiche grate di legno. Il Passito di Pantelleria è perfetto per accompagnare formaggi erborinati abbinati a confetture acide e dolci in generale.
31/12/2018 Ps Il giorno dopo la pubblicazione di questo articolo, dando un'occhiata ai vari blog di settore, trovo questa notizia che non fa altro che confermare, qualora ce ne fosse stato bisogno, l' eccellenza delle uve Zibibbo, della grande cultura vitienologica Pantesca. Sicuramente un premio, o per meglio dire una menzione, meritatissimo per tutto ciò che questa particolare isola nel mezzo del Mediterraneo ha saputo offrire al resto del mondo. Buona lettura!!!